Il mio corso di fumetto al Liceo Canova di Forlì: arte, emozioni e nuove generazioni
- Laura Fuzzi
- 10 ott
- Tempo di lettura: 3 min

Le prime due settimane di settembre le ho dedicate a un percorso all'interno del Liceo Musicale Canova di Forlì. È stato davvero emozionante tornare tra le mura della scuola che ho frequentato da adolescente, un luogo che porta con sé tantissimi e bellissimi ricordi.
Sono stata contattata come esperta di fumetto per realizzare un percorso all'interno del PNNR Futura, la scuola per l'Italia di domani nell'ambito del progetto La bussola del mio domani – Fumetto.
All'inizio il corso era previsto per una sola classe, ma una volta aperte le iscrizioni si sono presentati davvero tanti studenti e così, con mia grande felicità, abbiamo formato ben quattro gruppi.
Per ogni percorso avevo a disposizione 10 ore e, insieme alla scuola, abbiamo deciso di organizzare incontri da due ore, per mantenere un buon ritmo di lavoro senza affaticare troppo i ragazzi.
Ad ogni incontro spiegavo una parte teorica e poi lavoravamo insieme per metterla in pratica.
Il corso era molto intensivo: l'età dei partecipanti mi ha permesso di dare tantissime informazioni.
Durante la prima lezione i ragazzi hanno imparato come si scrive una storia e ognuno di loro ha scelto cosa raccontare. Abbiamo letto insieme i testi in gruppo, cercando di capire se ci fossero problemi nella trama e sistemando le varie versioni.
Qualcuno aveva paura di non avere nulla da raccontare, altri invece avevano ideato un'intera avventura impossibile da disegnare in così poco tempo. Con i giusti stimoli abbiamo aggiustato ogni storia fino a trovare un'idea che soddisfacesse ogni partecipante.

Nel secondo incontro abbiamo studiato l'anatomia di base del corpo e del volto, con una breve introduzione alle espressioni. Riprendendo in mano le storie, i ragazzi hanno fatto uno studio dei personaggi principali, mettendo in pratica le nuove regole e iniziando ad averli più chiari in mente.
La terza lezione è stata dedicata allo studio dello storyboard. Non c'è cosa più difficile che visualizzare la propria storia dando il giusto ritmo tra una vignetta e l'altra. Questo ha aiutato tantissimo i partecipanti a capire cosa fosse importante e cosa no.
Nel quarto e quinto incontro abbiamo parlato dei definitivi. Ogni partecipante ha realizzato le tavole finali: abbiamo corretto insieme le anatomie più difficili, aggiunto gli sfondi (che quasi tutti si dimenticano!) sistemato i testi e la dimensione del lettering. Una bella faticaccia, finché non siamo passati all'inchiostrazione delle tavole, dove ho lasciato libertà completa ai ragazzi. Alcuni hanno preferito lavorare a matita con sfumature, altri con penne da inchiostro, e altri ancora con tecniche miste.

Le tavole sono state raccolte in un unico volume, di cui potete vedere i risultati in fondo a questo post.
La parte difficile dell'essere insegnate in percorsi così brevi è riuscire a creare un buon equilibrio di fiducia con i ragazzi, che hanno poco tempo per conoscerti e per farsi conoscere.
Inoltre, per alcuni è emerso il grande conflitto della perfezione: nonostante le tavole da realizzare fossero solo due, la difficoltà stava nel volerle fare perfette, come se fossero l'unico lavoro della loro vita.
La sfida più grande, però, è stata riconoscere di aver fatto un buon lavoro. Ci sono stati diversi momenti di confronto tra studenti: questo ha permesso loro di ricevere complimenti inaspettati e di riconoscere il proprio valore, oltre che di stringere nuove amicizie.
Insomma, non sono solo disegnetti, non è solo un pomeriggio da occupare o qualcosa da portare a casa: è un percorso che spero abbia dato il giusto valore a ogni partecipante, con una soddisfazione e piacere personale che vanno ben oltre alle ore frontali.



















































































































































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